20 giugno: percorso del Pride, iniziative ed orari

In primo piano

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Perché vogliamo una città FROCIA LESBICA E QUEER, perché Expo significa cemento mafia sfruttamento e strumentalizzazione delle identità delle donne e dei soggetti lgbtiq.  Perché il nostro Pride è fuori dalle logiche di mercato e dagli interessi della politica istituzionale. Perché le nostre identità non sono nazionali. Perché siamo migranti, zoccole, lesbiche, froci, travestite, lavoratori e lavoratrici, precarie/i e student* e la Milano che vogliamo non è quella della vetrina di Expo, ma quella di una città che rifiuta sentinelle in piedi, mafiosi, fascisti, razzisti e fanatici religiosi.

Perché il primo pride fu un riot e da quella rabbia vogliamo riparite e invadere le strade di Milano con i nostri corpi, le nostre sessualità e la nostra favolosità.

20 giugno… NoExpo Pride!

Ore 15:30 concentramento in Piazza Duca d’Aosta Ore 16:00 Partenza del Noexpo Pride
Ore 18:00 Arrivo al parco Martesana (anfiteatro Martesana)
Ore 18:30 Porn Game – partita di calcio queer anticapitalista e antirazzista autogestita
Ore 20:00 cena vegan con Fuori Mercato e Genuino Clandestino

Dalle 21 sul palco interventi, letture, performance e dj set Dal pomeriggio a notte: Stand politici e informativi, area bar, spazio bimbe/i, area dragging

17 Maggio: Gaia passeggiata “LiberiaMil’ano” e assemblea di lancio del Noexpo Pride

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“Frocio!”, “lesbica di merda!”, “cosa sei, un uomo o una donna?”, “me lo fai un pompino?”: queste sono solo alcune delle frasi che tutti i giorni ci vengono rivolte dalle macchine, dai passanti, dai motorini di questa città. E se siamo consapevoli che le violenze sessuali avvengono soprattutto tra le mura di casa, sappiamo anche che abitare lo spazio pubblico con corpi eccedenti e non normalizzati – o che sembrano tali ma rifiutano di rispondere alle aspettative comuni – crea in molti quel disagio che scaturisce troppo spesso in violenza.
Ancora non possiamo girare per la città esprimendo liberamente la favolosità dei nostri corpi. Ancora vediamo aggressioni verso le/i trans, derisione verso le froce, insulti alle lesbiche. Ancora ci dicono che dobbiamo stare attente a come ci vestiamo la sera. Qualcuno vorrebbe rispondere con l’aumento delle telecamere, la “pulizia” dei quartieri periferici e l’istituzione di ghetti.

Riteniamo che l’unico modo per modificare il contesto e l’immaginario pubblico è attraversare la città con i nostri corpi, quei corpi che si allontanano dalla norma, e che, per il solo esserci, sono capaci di sovvertire l’ordine repressivo e il decoro.
Contro ogni deriva securitaria sappiamo che le strade sicure le fanno le donne, i/le trans, i gay e le lesbiche, i/le migranti che le percorrono. E contro ogni retorica del decoro e della pulizia sappiamo che la diversità ci permette maggiore libertà di ogni galateo. Desideriamo una città libera da omotransfobia machismo e sessismo e in cui tutte possano sentirsi a proprio agio.
Per questo il 17 maggio, in occasione della giornata mondiale contro l’omotransfobia, percorreremo le strade di Milano con una passeggiata gaia, ricca di calze a rete e boa di piume, minigonne e cravatte, ombretti scintillanti e baffi, scollature vertiginose e tute da lavoro. Lo faremo al termine di un’assemblea per rilanciare il NoExpo Pride del 20 giugno E per ricordare come il Grande Evento cerchi di fare “bella figura” cancellando dalle strade della città tutto quello che potrebbe disturbare il suo buon ordine: prostitute, migranti, scritte sui muri, donne troppo svestite ed ogni forma di marginalità. Expo vuole presentarsi come fonte di innovazione, ma non fa che rinforzare vecchi stereotipi: le donne stanno in cucina, le prostitute devono coprirsi, i gay hanno diritto ad una strada di locali alla moda e lesbiche e trans scompaiono.
A tutto questo rispondiamo partendo da noi, riappropriandoci della città e delle sue strade con tutti i nostri corpi, costruendo relazioni che ci permettano di essere sicure perché insieme, forti perché collettive.

Ore 18, Piazza Duca D’Aosta (Stazione Centrale):
Assemblea pubblica verso il NoExpoPride del 20 giugno
Dalle ore 20: Performazione draggaggio travestitismo: trucco e parrucche tutte insieme

Ore 20.30: GaiaPasseggiata! Da Piazza Duca D’Aosta (Stazione Centrale)
Performate, scollate e sconciate, con i tacchi a spillo corpetti paillettes ci riprenderemo le strade contro la militarizzazione e le politiche securitarie perché l’unica città sicura è quella attraversata da donne, lesbiche, trans, frocie e queer

Froce, lesbiche, trans e queer
NoExpoPride

NoExpo Pride, libere e autodeterminate: dal 1 Maggio verso il 20 Giugno e oltre

Siamo una rete di femministe, froce e queer e costruiamo le nostre esistenze autodeterminandoci e non accettando che qualcuno ci imponga come comportarci, chi amare o cosa desiderare.

Viviamo in diverse città e abbiamo scelto di essere a Milano per le 5 giornate di mobilitazione Noexpo, perché quest’anno l’organizzazione del Pride ufficiale ha accettato di essere cassa di risonanza per l’Expo2015.

All’interno della grande May Day del 1 maggio, NoExpo Pride sarà un punto di riferimento visibile per tutti i corpi eccedenti alla norma e alla tradizione all’interno dello spezzone NoExpo in ogni città, ma non solo. Si concentrerà sull’opposizione all’immaginario eteronormato che Expo propaganda attraverso il progetto We-Women for Expo e il relativo Padiglione.

Expo2015 non è solo speculazione, cemento, mafia, tangenti e sfruttamento, come ormai è evidente a tutt*, ma è anche un modello di propaganda: il tema dell’esposizione è “nutrire il pianeta”, quando le multinazionali, le aziende e gli stessi paesi che parteciperanno sono gli stessi che devastano, sfruttano e ricattano territori e popolazioni.

Per coprire tutte le atrocità che si commettono in nome del profitto, Expo2015 ha bisogno di crearsi un “volto umano” e lo fa mettendo al centro la donna, come naturale custode della casa e della tradizione legata al cibo, altruista, disposta a curare l’altro e a condividere. La richiesta di centralità e partecipazione delle donne viene strumentalizzata per relegarci, ancora una volta, nei ruoli culturalmente imposti: la famiglia, la cura, la maternità e l’ambito domestico.

Inoltre, per espandere il target commerciale, Expo strumentalizza il bisogno di riconoscimento di lesbiche, gay, trans e queer, proponendo un mercato apposito, iniziative specifiche, locali e quartieri friendly. Tutto questo però non coincide con la realtà che vive la maggioranza dei soggetti lgbtiq, fatta di oppressione, violenza, marginalizzazione ed esclusione dal mercato del lavoro.

Le lotte di genere non sono appannaggio di particolari categorie sociali bensì percorrono trasversalmente tutte le battaglie per una vita migliore che tante e tanti portano avanti quotidianamente. E’ per questo che chiediamo a tutti gli spezzoni del corteo che attraverserà Milano il 1 maggio di esporre un manifesto della rete NoExpo Pride, come condivisione di questa battaglia e per rilanciare tutti insieme la data del 20 giugno.

Dopo le assemblee a Milano e a Roma infatti, abbiamo deciso di costruire il nostro pride, dove prenderci spazio con le nostre molte e differenti identità: il NoExpo Pride! Quel giorno sarà una giornata di lotta capace di coniugare conflitto, rivendicazioni forti e tutta la favolosità di cui siamo portatrici e portatori, con la nostra semplice esistenza. Per conquistare nuovamente in maniera forte e condivisa il nostro diritto alla scelta.

Per dare continuità al percorso della rete ben oltre il Primo Maggio e durante i 6 mesi di durata dell’esposizione, per dare concretezza ai nostri desideri e ai nostri progetti, per prenderci gli spazi che ci spettano di diritto nelle città e per le strade, convochiamo un appuntamento nazionale a cui possano partecipare collettivi, realtà, associazioni, singole che con noi vogliono ragionare su immaginari diversi da quelli in cui ci costringono a stare e su nuove mobilitazioni, GIOVEDI’ 30 APRILE DALLE 18 NEL CAMPEGGIO NOEXPO, al parco di Trenno, Milano.  

Vogliamo una città frocia, non una vetrina gay per Expo e per questo il 20 giugnoinvaderemo le strade di Milano!

Non ci lasceremo rinchiudere in casa, perché è lì che avvengono la maggior parte delle violenze nei nostri confronti, per mano di padri, mariti, compagni ed ex.

Ci riprenderemo le strade, perché la nostra libertà non è data da telecamere e poliziotti, ma dalla solidarietà e dalla relazioni che costruiamo ogni giorno.

I nostri desideri sono ingovernabili, la nostra libertà non è in vendita!!!

Di seguito gli appuntamenti delle prossime settimane, in vista del NoExpo Pride e i contatti:

  • Milano_Giovedì 30 aprile ore 18,00 al campeggio NoExpo nel Parco di Trenno: Tavolo di discussione e costruzione del NoExpo Pride
  • Milano_Venerdì 1 maggio ore 14 P.za XXIV Maggio: MAYDAY NO EXPO
  • In tutte le città_Domenica 17 maggio: organizza la giornata di lancio del NoExpo Pride nella tua città!
  • Milano_Sabato 20 giugno: NoExpo Pride

 

Rete di femministe, froce e queer contro Expo2015

Fb: NoExpo Pride

7 febbraio – NoExpoPride!

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Il 7 febbraio presso l’hangar di Bicocca si svolgerà EXPO DELLE IDEE, un evento partecipato da oltre 500 esperti divisi in 40 tavoli di lavoro che si confronteranno sui temi centrali dell’esposizione.

Noi ci saremo per contestare le tematiche di Expo, in particolare WE-Women for Expo, progetto che parla di nutrimento mettendo al centro la cultura femminile, sostenendo che ogni donna è depositaria di pratiche e tradizioni legate al cibo, alla capacità di nutrire e di prendersi cura non solo di se stesse, ma anche degli altri.

L’immagine della donna offerta oggi da Expo a livello mondiale è quella della cura, della nutrizione. La donna al servizio della casa, della famiglia, e alla fine anche del pianeta. Depositaria di un sapere culinario, la donna culla la terra in un abbraccio materno. Magari indossando un grembiule e dei bei guanti di gomma.

Ma quante persone si riconoscono in questo stereotipo femminile? E soprattutto, ne conseguono dei diritti?

Viviamo in una società nella quale il welfare è fatto dalle donne, in maniera gratuita: non esistono strutture, non si pensa a sostegni di alcun tipo e tutte queste mancanze, e non una presunta natura femminile, riconsegnano le donne alla casa e alla cura. Alla donna è richiesto sempre maggiore sforzo di multitasking: madre amorevole, moglie premurosa, casalinga economa, lavoratrice attenta.

La becera presentazione che fa Expo della femminilità ci sembra un buon esempio di una retorica che nasconde una limitazione alla libertà delle donne di autodeterminarsi e che mistifica due secoli di lotta femminista. L’immagine delle donne è sempre la stessa: scolapasta in mano, mestolo e guanto da cucina.

L’universalità dell’esposizione si rivela pertanto solo un bluff, una veste di innovazione che maschera il conservatorismo dietro il quale si nasconde questa fiera, un’impostazione millenaria e immobile.

Ebbene, noi vi restituiamo il guanto, ma non getteremo mai la spugna.

No Expo Pride

Riappropriarsi della città per difendersi da Expo e Omofobia

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Oggi, 17 gennaio 2015, in piazza ci siamo anche noi.
Ci siamo con i contenuti che portiamo avanti da anni assieme alla rete di Attitudine NoExpo, ci siamo per samascherare le strategie di pinkwashing di Expo, ancor meno credibili quando lo stesso logo di Expo appare in calce ad un convegno omofobo targato regione Lombardia.
Expo è una macchina incubatrice di precarietà diffusa, sperimenta contratti lavorativi di sfruttamento assoluto e di “volontariato”, istituisce un dispositivo di controllo e normalizzazione delle nostre vite.
Expo è un gigante di cemento che si mangia intere aree extraurbane, che lascerà in eredità strutture fantasma abbandonate a sé stesse, che non avranno più valore per nessuno e dunque a nessuno interesseranno più.
Expo è un generatore di debito pubblico travestito da grande evento, sfruttamento mascherato da opportunità.

Non ci scandalizza la presenza del logo Expo assieme a quello della Regione Lombardia sulla presentazione di un convegno dal titolo “Difendere la famiglia per difendere la comunità”, un convegno che promuove la “famiglia naturale” come unica famiglia legittima, con un ospite d’eccezione come Mario Adinolfi, ex PD, autore del libroVoglio la mamma in cui contesta i “falsi miti di progresso” (aborto, eutanasia, matrimonio omosessuale, utero in affitto).
Piuttosto, ci fa inorridire la politica sulle donne che Expo sta portando avanti e che è perfettamente in linea con l’immagine di donna regina del focolare domestico e madre prima di tutto, depositaria di conoscenze legate al cibo, al nutrimento e alla capacità di “prendersi cura” (così recita il sito di Women for Expo), un’immagine che ci riporta ad epoche oscurantiste e di matrice indubbiamente patriarcale, sostenuta per esempio dalla giornalista Costanza Miriano, autrice di imperdibili testi come Sposati e sii sottomessa (e non è satira). In questo svilimento dei diritti delle donne e delle soggettività LGBTQ, gli unici segnali di apparente apertura sono dettati dall’interesse economico che sta dietro alla valorizzazione del turismo omosessuale, con un fallito progetto di Gay Street patrocinata da Comune di Milano ed Expo che, nel migliore degli stereotipi, avrebbe messo un’intera strada, “ripulita” dal degrado per l’occasione, a disposizione dei gay (ovviamente maschi) tanto attenti alla moda e allo shopping: un’ “area protetta”, in cui questi strani individui possano muoversi felici e alla quale il mondo possa guardare sorridendo con sollievo. Questo è pinkwashing : nessuna reale volontà di incidere sulla cultura delle libertà, libertà di essere chi e come si vuole, di costruire le famiglie che più ci piacciono e meglio ci fanno stare, di vivere la sessualità e la vita senza subire il giudizio di nessuno.

Oggi siamo in piazza anche noi con questi contenuti, con una forte critica al convegno, alla Regione Lombardia che lo organizza e lo ospita in una sala pubblica (e lo prende a modello per le sue politiche in materia di famiglia), ma anche con una forte opposizione a Expo e a quei partiti che si autoproclamano rappresentanti della società. Partiti che vediamo contemporaneamente presenti nei luoghi del potere e delle decisioni, nei consigli per Expo, nei convegni omofobi come pure nelle piazze che contestano quei convegni. Partiti che paralizzano la lotta con la loro ipocrita ubiquità anziché assumere delle posizioni chiare.

RETE MILANESE PER IL NOEXPO PRIDE SI RITROVERÀ SABATO 7 FEBBRAIO 2015 ALLE ORE 14.00
IN VIA MELCHIORRE GIOIA, DAVANTI AL PALAZZO DELLA REGIONE LOMBARDIA

DONNE, FROC* E QUEER
VERSO NOEXPO PRIDE 2015

noexpo_pride@autistici.org
noexpo.org

 

Volantino diffuso al presidio del 17-1-2015 (Milano)