Siamo tutt* rottinculo!

Solidarietà al compagno della Rete della Conoscenza aggredito dai fascisti.

Esprimiamo la massima solidarietà al compagno della Rete della Conoscenza aggredito la sera del 15 giugno davanti all’Università Statale di Milano da tre energumeni fascisti. Fortunatamente il compagno sta bene e ha immediatamente denunciato l’accaduto affinché non passasse inosservato.
L’aggressione fisica è stata accompagnata da insulti e minacce: “Comunista rottoinculo, ti piace fare il frocio alternativo, ti diverti a scrivere cazzate sulla gente perbene che manifesta per la libertà di espressione, mica tutti sono pervertiti come te, ora vediamo se ti piace tanto l’antifascismo da tastiera”.
Atti di questo tipo sono il frutto del clima di violenza e omotransfobia che i gruppi di estrema destra come le Sentinelle in Piedi costruiscono e propagandano attraverso presidi e cortei. Tutte iniziative autorizzate dal prefetto e scortate dalle forze di polizia.
Complice di questi atti è il clero, che quotidianamente lancia sentenze contro la popolazione lgbt e contro le donne. Complice è anche quella politica reazionaria, fascista e medievale che – come spesso nei periodi di forte crisi – aizza la disperazione della popolazione contro le minoranze e il diverso di turno, impedendo un progresso giusto e necessario in ambito di diritti e tutele per i soggetti lgbit*q a scuola, nei luoghi di lavoro e nella vita di tutti i giorni.

Poteva finire in maniera diversa, ma fortunatamente l’avvicinarsi di alcuni passanti hanno fatto scappare i tre squadristi.
La vicinanza che vogliamo esprimere è per tutte e tutti quelle persone gay, lesbiche, bisex, trans* e migranti che quotidianamente subiscono episodi del genere (se non peggio). Spesso molte persone non possono difendersi, nè denunciare gli accaduti per problemi di permesso di soggiorno, situazioni famigliari compromettenti o per evitare di perdere il posto di lavoro.
La Milano che vogliamo non legittima la presenza di fascisti, Sentinelle in Piedi, Lega Nord e altra feccia, così come le Università che esigiamo devono essere luoghi sicuri, e non palchi per conferenze omofobe e sessiste, come quella ospitata Venerdì 12 giugno in Bicocca con Costanza Mariano e Roberto Marchesini.
Il fascismo, il razzismo e l’omotransfobia non sono un’opinione, ma solo cumuli di merda fumante.

Siamo tutt* rottinculo, e il nostro antifascismo, come quello del compagno aggredito, non si è mai limitato alla tastiera, ma a pratiche quotidiane, a memoria e resistenza attiva!

Rilanciamo l’invito a partecipare al corteo del NoExpoPride di sabato 20 giugno, al quale la stessa Rete della Conoscenza ha aderito da tempo, per rivendicare una città sicura, perché liberamente attraversata da donne, froce, lesbiche, trans* e queer!

E come la rivolta di Stonewall ci ha insegnato… we are everywhere!

Rete NoExpoPride.
http://noexpopride.noblogs.org/

Qui il comunicato della Rete della Conoscenza

Riappropriarsi della città per difendersi da Expo e Omofobia

presidio17-01-15

Oggi, 17 gennaio 2015, in piazza ci siamo anche noi.
Ci siamo con i contenuti che portiamo avanti da anni assieme alla rete di Attitudine NoExpo, ci siamo per samascherare le strategie di pinkwashing di Expo, ancor meno credibili quando lo stesso logo di Expo appare in calce ad un convegno omofobo targato regione Lombardia.
Expo è una macchina incubatrice di precarietà diffusa, sperimenta contratti lavorativi di sfruttamento assoluto e di “volontariato”, istituisce un dispositivo di controllo e normalizzazione delle nostre vite.
Expo è un gigante di cemento che si mangia intere aree extraurbane, che lascerà in eredità strutture fantasma abbandonate a sé stesse, che non avranno più valore per nessuno e dunque a nessuno interesseranno più.
Expo è un generatore di debito pubblico travestito da grande evento, sfruttamento mascherato da opportunità.

Non ci scandalizza la presenza del logo Expo assieme a quello della Regione Lombardia sulla presentazione di un convegno dal titolo “Difendere la famiglia per difendere la comunità”, un convegno che promuove la “famiglia naturale” come unica famiglia legittima, con un ospite d’eccezione come Mario Adinolfi, ex PD, autore del libroVoglio la mamma in cui contesta i “falsi miti di progresso” (aborto, eutanasia, matrimonio omosessuale, utero in affitto).
Piuttosto, ci fa inorridire la politica sulle donne che Expo sta portando avanti e che è perfettamente in linea con l’immagine di donna regina del focolare domestico e madre prima di tutto, depositaria di conoscenze legate al cibo, al nutrimento e alla capacità di “prendersi cura” (così recita il sito di Women for Expo), un’immagine che ci riporta ad epoche oscurantiste e di matrice indubbiamente patriarcale, sostenuta per esempio dalla giornalista Costanza Miriano, autrice di imperdibili testi come Sposati e sii sottomessa (e non è satira). In questo svilimento dei diritti delle donne e delle soggettività LGBTQ, gli unici segnali di apparente apertura sono dettati dall’interesse economico che sta dietro alla valorizzazione del turismo omosessuale, con un fallito progetto di Gay Street patrocinata da Comune di Milano ed Expo che, nel migliore degli stereotipi, avrebbe messo un’intera strada, “ripulita” dal degrado per l’occasione, a disposizione dei gay (ovviamente maschi) tanto attenti alla moda e allo shopping: un’ “area protetta”, in cui questi strani individui possano muoversi felici e alla quale il mondo possa guardare sorridendo con sollievo. Questo è pinkwashing : nessuna reale volontà di incidere sulla cultura delle libertà, libertà di essere chi e come si vuole, di costruire le famiglie che più ci piacciono e meglio ci fanno stare, di vivere la sessualità e la vita senza subire il giudizio di nessuno.

Oggi siamo in piazza anche noi con questi contenuti, con una forte critica al convegno, alla Regione Lombardia che lo organizza e lo ospita in una sala pubblica (e lo prende a modello per le sue politiche in materia di famiglia), ma anche con una forte opposizione a Expo e a quei partiti che si autoproclamano rappresentanti della società. Partiti che vediamo contemporaneamente presenti nei luoghi del potere e delle decisioni, nei consigli per Expo, nei convegni omofobi come pure nelle piazze che contestano quei convegni. Partiti che paralizzano la lotta con la loro ipocrita ubiquità anziché assumere delle posizioni chiare.

RETE MILANESE PER IL NOEXPO PRIDE SI RITROVERÀ SABATO 7 FEBBRAIO 2015 ALLE ORE 14.00
IN VIA MELCHIORRE GIOIA, DAVANTI AL PALAZZO DELLA REGIONE LOMBARDIA

DONNE, FROC* E QUEER
VERSO NOEXPO PRIDE 2015

noexpo_pride@autistici.org
noexpo.org

 

Volantino diffuso al presidio del 17-1-2015 (Milano)